Viridona viene soprannominata la città silente. Poco prima della marcia uno strano fenomeno inquietante ha messo fine alla vivace cittadina. Voci narrano che alcuni mercanti giunti una mattina a Viridora abbiano trovato la città stranamente disabitata. Tutto sembrava esser stato lasciato cosi com era, in alcune case era ancora apparecchiato per la cena ed i camini ancora accesi.
Un plotone di martelli giunse per indagare sulla città tuttavia quel che scoprirono giace ancora negli archivi del martelli, mai divulgato al pubblico.
La città di Viridora, prima della Marcia, era famosa per la lavorazione dell'oro. Collocata poco a nord-est della Città, è raggiungibile percorrendo un passo montano.
Insieme a Bohn (città-stato con cui era in spesso in lotta per il possesso dei terreni fertili situati nella valle che le collega) rivestiva un tempo un'importanza vitale per la vita cittadina proprio per la produzione di cereali e ortaggi.
Data la sua relativa vicinanza alla Città rispetto a Bohn, e per via della sua (forse fin troppo ostentata) ricchezza, veniva vista un tempo come il paese ideale, dal futuro roseo e baciata dalla fortuna. Per questo, e per la sua neutralità con Rivanera, diversi nobili cittadini avevano comprato le poche magioni disponibili, incrementando ulteriormente il benessere della cittadina.
Praticamente priva di nobiltà, è governata da un Borgomastro, scelto per elezione tra i capi delle corporazioni che, insieme allo sceriffo locale (capo della milizia), prendono le decisioni in un consiglio ispirato al modello cittadino.
Attualmente, le corporazioni rappresentate nel consiglio di Viridora sono:
Il Borgomastro usava nominare un delegato con carica annuale che si occupa delle questioni della giustizia per tutti i residenti viridoresi, giudizi che poi vengono approvati o respinti dal Consiglio. Raramente si fa ricorso alla pena capitale, e più spesso si preferisce adottare un sistema di rimborso della società e della parte lesa, che si esprime in lavori forzati nel caso dei criminali meno abbienti.
Il corpo di difesa viridorese era formato da una milizia cittadina che svolgeva sia la funzione di polizia che di esercito. Date le ampie risorse della cittadina, spesso vengono assoldati mercenari per difenderla e per difendere i territori a nord, spesso contesi con Bohn.
Sebbene non avanzata tecnologicamente come la Città, ne era influenzata anche per quanto riguarda le usanze e la cultura. Sicuramente un villico viridorese sapeva far di conto, anche se non è detto che sapesse leggere e scrivere.
Sia uomini che donne condividevano il lavoro nei campi e nell'allevamento, mentre per quanto riguarda le professioni più elevate come l'artigianato, ritenuto di gran conto e principale ruota economica del villaggio, solitamente veniva svolto dagli uomini, mentre le donne si dedicavano alla sartoria. Attività fiorente era anche l'estrazione dell'oro, che venivalavorato dai famosi gioiellieri viridoresi.
Soprendentemente, nonostante fosse una popolazione molto dedita al lavoro, sia agricolo che artigianale, i Viridoresi erano solitamente d'indole spensierata. Il tempo che non dedicavano al lavoro lo impiegavano organizzando feste paesane colorite, famose per lo sfarzo, la musica e canti. Molti Viridoresi apprezzavano la musica e proprio per la tradizione artigiana vantavano di fatto i migliori liutai di tutto il continente.
Il tipico viridorese aveva la carnagione chiara con lentiggini, capelli castani o rossi, occhi chiari, solitamente verdi. Erano noti per la loro abilità nel commercio e per la parlantina sciolta, oltre che per l'amore per i vestiti sgargianti e decorati.
Antoon, Albrech, Bramrich, Bradwort, Erlen, Fredrik, Graham, Gunther, Hermann, Hobart, Jorrick, Louis, Ludwig, Mayken, Morgan, Neville, Orland, Pieter, Reuben, Theodore, Vorig, William.
Atine, Beryl, Millarca, Evelle, Helena, Jeneviev, Louisa, Edwina, Stephanie.
Breughel, Broederlam, Denys, Dyck, Eyck, Goes, Maes, Masereel, Memling, Pourbus, Ryckaert, Seghers, Snayers, Snyders, Spranger, Teniers, Vergouwen, Weyden, ma negli ultimi decenni si sono progressivamente persi i cognomi di famiglia per venire sostituiti da cognomi legati alle professioni che la famiglia svolge, quali Barbieri, Capraro, Cordai, Fabbri, Fornari, Maestri, Mugnai, Muratori, Notari, Cantore, Pescatore, Sarti, Scarpari, Scopino, Tessitore, Vaccari, Vasari.
Tra i viridoresi la lingua maggiormente parlare era il Continentale. Pochi individui conoscono il bohnense, a causa dei continui rapporti (spesso ostili) con Bohn, ma in generale sono malvisti tutti quelli che parlano una lingua a loro incomprensibile.
Lo stemma di Viridora è un trifoglio d'oro in campo verde.
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