Seconda città-stato in grandezza e importanza dopo la Città, Rivanera era l'antica sede della nobiltà Alenalica. Prima della marcia Rivanera era costantemente in guerra contro la città per ragioni economiche e politiche.
Non si sa bene cosa sia esattamente accaduto a Rivanera tuttavia si ricorda a lei come un antica capitale legata alle tradizioni e al vago ricordo di un antichissimo impero di cui ormai si è persa ogni traccia. Nel ricordo di coloro che sono sopravvisuti alla marcia vi sono le festività Rivane incentrate sul ricordo di una catastrofe che già ai tempi li costrinse a cercare una nuova casa.
Questo moto è diffuso nel cuore di chiunque abbia sangue rivano, il desiderio di riconquista di una patria ormai persa.
Al momento Rivanera giace abbandonata. Non si sa cosa sia accaduto li durante la marcia ma i pochi esploratori che vengono inviati solitamente...non ne fanno ritorno.
Storicamente Rivanera era governata da un Re e da una Regina e, laddove in tempi antichi la linea ereditaria era mista, dal 348 anno dalla fondazione della Città (anno in cui l'erede dell'unione della Principessa Ematilde di Rivanera e il Barone è stata spodestata dal governo della Città, poi futura Regina di Rivanera), è diventata matrilineare.
Il governo seguiva un modello feudale con grande controllo tanto sulla nobiltà, quanto sul popolo.
Nominalmente amministrata dalla Regina, nella pratica veniva gestita dai feudatari più influenti nel caso di borghesia o plebaglia, mentre la regnante si occupa solamente delle cause tra nobili.
La società rivana era improntata sul sistema feudale: ogni nobile cittadino controllava delle proprietà o degli aspetti economici che gli permettevano di conservare i suoi privilegi pagando le tasse e fornendo forza militare alla Regina. Il popolino era scarsamente acculturato, mentre alcuni nobili si potevano permette il lusso di un'effettiva cultura.
Le donne avevano un ruolo secondario nella vita della cittadina, e erano relegate a ruolo di madri, casalinghe o damigelle prive di alcun potere politico oltre alla dote, con la sola eccezione della Regina. Gli uomini svolgevano la maggior parte dei lavori di rilievo, ed era quasi impossibile vedere una donna commerciante o artigiana.
I Martelli avevano un'influenza minore qui, cosa che ne rifletteva la minore avanzata tecnologica.
La magia non era così malvista all'interno del regno, fintanto che rimane limitata alle corti dei nobili: alcuni tra i più ricchi vantavano dei maghi praticanti che si occupano di difendere i propri signori e dell'istruzione dei loro figli.
Il tipico rivano ha la carnagione abbronzata (con l'eccezione dei nobili), capelli castani, occhi chiari o nocciola. Grazie al commercio navale la loro moda è più varia, e riflette maggiormente quella cittadina.
Tra la popolazione di Rivanera la lingua più diffusa è il Continentale. Pochi studiano o ricordano qualche parola della lingua imperiale, ora denominata favella liturgica per via del quasi esclusivo utilizzo da parte dei membri dell'Ordine del Martello.
Alarus, Andrus, Alcius, Artus, Aloysius, Alibus, Belios, Cavador, Coliard, Edine, Dante, Dolon, Draco, Donimo, Flemion, Gonzalez, Imbrel, Julio, Jorek, Primus, Secundus, Tertius, Quartus, Quintus, Sextus, Septimus, Samuel, Ramien, Raoul, Raphael, Rodrigo, Ramiro, Noah, Andrea, Artemus, Felix, Marcus, Tarquis, Tobias, Vicente.
Andrea, Amanda, Aloysia, Alyssa, Camila, Carmilla, Catarina, Clara, Dorcas, Dorina, Eleanora, Lenora, Julia, Kasadra, Mina, Muriel, Penelope, Sovine, Stella, Talia, Una, Vanessa, Victoria, Vilnia, Valerius.
Distintivo per i nobili è utilizzare un secondo nome aggiuntivo al nome proprio e a quello della famiglia, solitamente riferito a qualche importante antenato o parente (Lenora Vlinia Domizia) o secondo l'ordine di nascita (Belios Secundus Yoslan).
Lo stemma di Rivanera è un serpente coronato color argento in campo nero.
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