La Città non è solo un semplice modo di dire, ma il vero a proprio nome della città più grande dei tutta Alenalia. Si tratta di un'immensa metropoli industrializzata edificata in tempi remoti a cavallo del grande fiume Sandcester. Non si sa bene a quanto risalva effettivamente la prima fondazione di questo insediamento urbano.Ciò che è noto ai più acculturati, è che la città è stata costruita velocemente per strati sui resti di antichi insediamenti le cui rovina sono accessibili da alcune cantine della zona più antica di essa.
La Città è una città-stato autonoma. Non è subordinata ad alcuna giurisdizione se non alla propria, ed era governata da un Barone, che era incaricato della gestione
di commerci, tasse, leggi ed esercito.
Al di sotto del Barone c'erano dei nobili incaricati di governare diversi dipartimenti, membri del Consiglio Cittadino, incluso il Commissario della Guardia Cittadina,
che si occupa dell'ordine all'interno delle mura della Città.
Il Barone è morto ormai da anni, precisamente durante il caos generato dall'assalto della Marcia. Al momento ad aver il potere decisionale è il Consiglio Cittadino.
La valuta cittadina ufficiale è il Barone (abbreviato in Ɓ nei documenti), battuta in piccole monete di stagno bagnato d'argento. Nel corso degli ultimi due secoli
il suo utilizzo ha finito per estendersi anche a Bohn e a Viridora, fino a soppiantare quasi completamente le Corone d'oro rivane,
considerate ormai pezzi da collezione.
L'esercito è principalmente composto da soldati addestrati e pochi mercenari. Principalmente vengono riforniti di equipaggiamento dai Martelli che li affiancano nella guerra costante contro la marcia e l'impero Caradiano che assediano costantemente le mura della suddetta.
Dopo la Marcia ed il crollo della stabilità socio economica del continente, i rifugiati scappati da Rivanera e dagli altri insediamenti, si sono stanziati nella
città che rimane quasi sempre chiusa in sè stessa ed aperta solo via mare.
A fronte di una popolazione molto ampia, risultano molti e allargati anche gli strati sociali. La nobiltà è molto ricca e spesso in posizioni di comando per quanto
riguarda svariate funzioni della città, sia ufficiali che meno.
La borghesia, formata per lo più da mercanti e rari capaci artigiani, compone una fetta della popolazione. Gli strati sociali medio bassi sono comuni artigiani e
servitori, mentre quelli più bassi sono formati da operai, marinai e soldati semplici.
La cultura in Città è un bene raro, ma non ritenuto prezioso. La maggior parte dei cittadini di ceto medio o basso sa leggere (forse scrivere) solo se lavora presso
la casa di un nobile, ma i ceti più bassi (ladri, mendicanti e marinai) ignorano del tutto l'uso della scrittura. Le case dei nobili ospitano spesso stanze
adibite a biblioteca, ma questo non significa che tutti quelli che vi hanno accesso leggano davvero i libri che queste contengono.
La Grande Biblioteca cittadina, pur esistendo ed essendo accessibile a tutti, è frequentata perlopiù da membri della nobiltà. I custodi della biblioteca sono
tuttavia disposti ad accogliere e guidare nelle loro sale chiunque dimostri una sincera sete di sapere.
La gente della Città è diffidente nei confronti della magia, e in particolar modo nei confronti dei rappresentanti della Fratellanza della Mano.
Questo non vuol dire che i maghi vengano maltrattati, tutt'altro: solitamente sono rispettati e temuti per il loro potere. Nessun cittadino provocherebbe
mai l'ira un mago, nel timore di ritorsioni: chissà quai sono i poteri di questi maghi? Meglio non scoprirlo sulla propria pelle.
D'altro canto, sono molti coloro che, specialmente fuori città, impiegano i servigi dei maghi per spedizioni ed esplorazioni verso le rovine delle zone perdute,
riconoscendo l'effettiva capacità di questi individui e l'indiscussa utilità dei loro poteri. Dalla loro parte, solitamente i rari maghi resdenti in città o
di passaggio si premurano di non utilizzare apertamente le manifestazioni più vistose dei loro incantesimi entro le mura cittadine, sapendo che non sono
così apprezzate dalla popolazione e che attirerebbero sgradite attenzioni della Guardia Cittadina.
Va sa sè, che in Città non esistano "Scuole di Magia", e che sia molto difficile trovare dei maghi: rari individui decidono di sfidare la sorte ed aprire dei
negozi dove leggono le carte o cercano di diffondere tolleranza per la cultura magica, ma non hanno mai molto successo.
La maggior parte della popolazione della Città non sembra essere profondamente religiosa. L'unica religione riconosciuta è quella che venera il Costruttore,
ma ciò non significa che un cittadino comune abbia idea di quello in cui consistono i suoi dettami e le sue proibizioni.
Nella maggior parte dei casi, nobili e popolani si dicono (a parole) fedeli e devoti all'Ordine del Martello solo per evitare rappresaglie,
e nominano ""Dio" come si fa nei giuramenti, ma senza avere un'idea precisa a riguardo.
È impossibile non trovare arazzi di martelli argento su sfondo rosso nelle case dei nobili. Questa devozione apparente ha i suoi benefici: i Martelli offrono
più volentieri i loro servizi a chi si dimostra rispettoso. E negli ultimi anni, in Città, acqua calda e luce elettrica sono diventati lussi invidiabili,
simbolo del futuro che avanza: chi può permetterseli dimostra di essere tanto devoto quanto ricco e al passo coi tempi.
La fede più diffusa è l'Ordine del Martello, un religione tecno-teologica autoritaria le cui invenzioni hanno reso la Città l'attuale centro energetico ed economico.
I membri dell'Ordine, chiamati informalmente Martelli dai cittadini laici, sono estremamente pii ed efficienti, e applicano severe punizioni ai malfattori
colti a infrangere i loro dogmi religiosi.
La chiesa dell'Ordine ha il controllo della maggior parte delle fucine e delle opere di lavorazione dei metalli in tutta la Città, e pattuglia, in concorrenza con
la Guardia Cittadina,le mura per respingere i non morti che costantemente assediano la città.
La presenza dei Pagani è sparuta nell'ambito cittadino: hanno un'affinità per la natura e odiano la civilizzazione e il progresso, cosa che rende loro sgradito l'ambiente urbano, ma non solo, la paura che i cittadini hanno nei loro confronti, nata da secoli di osteggiamento da parte dei Martelli, fa si che vengano temuti e usati come spauracchio. I pochi Pagani che si avvicinano alla Città abitano caseggiati abbandonati e campi, spesso costringendo i residenti a sloggiare per condurre in segreto le loro operazioni. Non sembrano interessati al proselitismo in Città, anche se ci sono alcuni rari casi di conversione. Negli ultimi anni voci diffuse su una setta filopagana diffusasi tra la città ed i pochi villaggi superstiti ha dato adito a vere e proprie cacce all'eresia da parte dell'Inquisizione Dell'Ordine dei Martelli.
La lingua ufficiale cittadina, detta non a caso Continentale, è la più diffusa nel continente. Viene utilizzata con degli accenti ed espressioni diverse a
seconda degli strati sociali: difficilmente la parlata di un nobile sarà simile a quella di un pirata o di un abitante dei moli.
I Martelli utilizzano usualmente un linguaggio più arcaico e forbito, ed anche quando parlano la lingua Continentale risultano di difficile comprensione per via
dei vocaboli desueti e le complesse parafrasi, ma non è inusuale sentirli pregare in una vera a propria favella liturgica, che dicono sia la lingua originaria
dell'impero rivano.
La Città è una realtà cosmopolita e quindi non è così infrequente trovare nomi adattati alle altre tradizioni, adattati al gusto cittadino con storpiature che li semplificano. In generale i nomi cittadini sono brevi e concisi, e rispecchiano la sbrigativitè con cui gli abitanti della Città trattano tutte le loro questioni.
Aaron, Abner, Abrams, Anvillite, Armand, Aroun, Adan, Airic, Barton, Basso, Benny, Benwick, Bernard, Bishop, Bram, Brice, Cid, Cather, Chester, Costantin, Clarence, Cutty, Desmond, Deven, Diocen, Dolan, Dominic, Edgar, Ekim, Elan, Elsan, Gorman, Graimal, Frederic, Issyt, Jabril, Jackow, Jason, Jenel, Jorik, Josh, Julian, Marad, Maximil, Nammon, Oscar, Ortham, Percy, Quince, Sutter, Tennor, Tobias, Sangar, Sean, Sennet, Vale, Vincent, Yora, Zhan.
Ambrose, Amanda, Bessie, Camilla, Carla, Carmilla, Catherine, Christine, Dalia, Dorin, Eli, Emily, Lorelei, Jabrielle, Julia, Lisalle, Meryl, Miryam, Misa, Natalie, Rosie, Sabine, Viktoria.
Non è infrequente incontrare cognomi tipici rivani o bohnensi, solitamente storpiati dall'uso nella lingua Continentale. In generale, un cognome indica l'appartenenza ad un ceto sociale medio-alto: non è infrequente che gli individui dei ceti meno abbienti utilizzino solo il nome, seguito da un appellativo o da un'indicazione del quartiere di appartenenza (Jack dei Moli, Eli la zoppa, Jason Norden, Elan Dolinius).
Il cuore della città presenta un'architettura serrata, prevalentemente fatta da piccole case di pietra o legno e intonaco addossata l'una all'altra in un aggrovigliato
accavallamento di viottoli e calli, castelletti e porticati. Nei quartieri più recenti le case sono più grandi e luminose, i quartieri più organizzati e i
materiali più vari. I moli, una delle zone più degradate della città, sono costruiti in materiali più poveri, quali intonaco e legno sbiadito dal sole e dalla salsedine.
Muri e tetti sono sbiaditi dalla fuliggine, anche fuori dalle case più curate si trovano boiler o contatori - nell'ottica dei Martelli la bellezza sta nel progresso,
non nell'armonia estetica, che viene quindi a mancare se non nelle enormi magioni nobiliari e nelle cattedrali imponenti, in netto contrasto con le piccole case popolari.
I pasti vengono cucinati in casa, per necessità e consumo personale della famiglia. La maggior parte delle taverne serve solo bevande, anche se esistono alcuni
ristoranti come il Capriccio del Signore e la Strega del Mare. Il cervo e la selvaggina in generale sono le carni più diffuse, data la scarsità di bestiame,
seguite da pesce e crostacei.
Montone e coniglio sono le più consumate dalla gente comune, e la carne di Burrick è consumata solo dai più coraggiosi.
La nobiltàsi ciba di agnello, pollame, fagiano o cinghiale, accompagnati da vari contorni. Il thè è una bevanda comune alla classe benestante, di solito accompagnato
da torte e pasticcini.
Solitamente i Cittadini vestono in maniera eterogenea, spesso in tonalità neutre per i ceti meno abbienti, mentre i nobili spesso usano vesti più sgargianti, vistose
e colorate. È spesso conveniente portare un cappello, che viene considerato complemento naturale di un completo accurato.
I cittadini tengono al loro aspetto: con vestiti sporchi o malconci rischierebbero di venire presi per mendicanti, e come tale maltrattati o anche incarcerati
dall'Ordine del Martello, che disprezza questa categoria quasi al pari dei ladri. I tatuaggi sono quasi sconosciuti, e riservati a individui di malaffare come
pirati e delinquenti, oltre che alla cultura pagana: portare un tatuaggio è segno tangibile di eresia per l'Ordine del Martello.
I Martelli invece sono sempre tenuti a mostrare le effigi del loro ordine, e a portare i capelli preferibilmente corti, sempre ordinati, e con barba o baffi ben curati.
La legge e il suo mantenimento sono un punto focale della vita della Città.
Le strade sono pattugliate giorno e notte dalla polizia del Barone e dell'Ordine del Martello. Persone arrestate per crimini minori (ubriachezza, disturbo della quiete)
vengono confinate per breve tempo nelle prigioni cittadine. La prigione dei Martelli di Piccomozzo è riservata invece a chi si macchia di crimini più gravi.
>I tribunali cittadini e le leggi dell'Ordine del Martello non sempre si trovano concordi nella sentenza emessa su un imputato, e spesso i Martelli cercano di
imporre la loro sentenza a dispetto di quest'ultima. Quando ciò accade, raramente la giustizia cittadina interviene per evitarlo: la protezione di un singolo
innocente non vale la perdita del supporto tecnologico offerto dalla chiesa.
Le leggi del Barone e i Dogmi dei Martelli non sono le uniche regole con cui un cittadino deve fare i conti: i Protettori, nobili influenti membri del
Consiglio Cittadino controllano gli affari del loro quartiere di residenza. Qualunque mercante, taverniere o artigiano deve loro rispetto e tributo.
Le ingenti somme così accumulate vengono usate, oltre che per arricchirsi, per corrompere la Guardia Cittadina quando necessario.
Non c'è da stupirsi se la popolazione cerca di farsi giustizia da sola, quando ne ha la possibilità.
La professione medica è scarsamente praticata in città al di fuori della Culla, complesso che converge ospedale, orfanotrofio e manicomio cittadini.
I praticanti delle arti mediche della Città hanno tecniche molto rudimentali e i risultati spesso sono incostanti o dannosi.
Al di là di questo, l'industria delle pozioni sembra essere piuttosto efficace, in completa opposizione con l'attuale scarsità di conoscenze della fisiologia.
La maggior parte degli infortuni, compresi tagli e abrasioni, vengono attribuiti agli squilibri di "umori". I dottori prescrivono rimedi di utilità discutibile,
come l'astenersi dal lavarsi o impacchi di sterco sulle ferite.
Lo stemma della Città è un'aquila d'oro in campo blu.
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